Leggere il tuo post mi ha ricordato un articolo del Sole 24 dello scorso 17 di settembre su malware e ransomware, in cui si dice che l’Italia è l’undicesima nazione del mondo (nonché seconda in Europa) per gli attacchi ransomware. Si sostiene che il Coronavirus e tutto ciò che ne è conseguito (leggi forzata permanenza a casa davanti al computer) hanno sicuramente contribuito ad aumentare i rischi legati alla sicurezza. Nel primo semestre del 2020 sono stati milioni i messaggi pericolosi e direttamente legati al Covid-19, particolarmente diffusi sono stati quelli che hanno cercato di capitalizzare al meglio le attività in smart working introdotte da molte aziende negli ultimi mesi e i generici ransomware, in crescita del 45%. In forte aumento anche le vulnerabilità in questo caso l’attenzione degli attaccanti si è indirizzata in particolare sui sistemi di controllo industriali.